lunedì 18 luglio 2011

"Lo puoi fare: sei a Berlino!"

Karaoke a Mauer Park 
Karaoke a Mauer Park



L'uomo che ha dato vita al Karaoke: si è portato due casse giganti, un computer e tanta voglia di far festa. Ha iniziato da solo e ora, ogni domenica, ci sono 3 o 4 mila persone. In città è una personalità di spicco e la comunità riconosce il suo impegno gratuito (gira con un barattolo di latta se vuoi fargli un'offerta libera) dedicandogli graffiti enormi sulle facciate degli edifici o citandolo in mostre d'arte.

Performer


Ho un vestito molto simile, che mi piace e che non ho mai messo. Era ancora più bello in questa inadeguata location

Performer2 


Performer3 
A quadri e rossi: di moda

Bei capelli per belle ragazze

Performer4 

"Scusate se sono la bambina più bella del mondo"

Performer5


Performer6

Colori pacati 

La fatina 

Come festeggiano i compleanni in città

Forme ripetenti

Un angolo

Bracco ungherese, giovane e bello (come la coppia sua proprietaria)

Non ho ancora ben capito come funzioni ma questo container a due piani è una galleria d'arte temporanea, sponsorizzata  da coloro che stanno costruendo il cantiere adiacente. Arte ovunque.

Wombats hostel

Louis Beton: arte ovunque

Ogni weekend (già al giovedì si intravedono i primi sintomi) la città si riempie di visitatori estemporanei. Il numero delle persone presenti per le strade, nei locali, in qualunque luogo comune aumenta, triplica. E poi, la domenica, sono nuovamente tutti in fila come formiche ("a sommo di minuscole biche", aggiungerebbe Montale)... 

Come fai a non dare ascolto a un cartello così?

Bicicletta serie

Un'onda(ta) di comunicazione



Gelateria

Verso il mercatino

Every single day (I miss you)



Famiglia di belli- belli di famiglia

Chatting



Il mondo illuminato (titolo by mami)
Beach boy 
Stesso identico pelo di una mia

Stivali in pelle, pesanti, da bikers o rockers in genere: vanno di grande moda con le belle gambe nude. Io però non amo quello che spesso accade con questo genere di abbigliamento è portato in estate: bisogna sapere giocare con le pesantezze dei capi! Altrimenti si inciampa...

Capigliatura

Ciniglia fluo


Modeling


"The more is high the more is nice" serie

Have you seen Burberry Prorsum?

"The more is high the more is nice" serie

Quante famiglie, quante storie di vita in questi due scatoloni! Ho fatto uno scatto a centinaia di scatti che parlano di migliaia di vite perse, dimenticate, staccate e sbiadite. Le ho sentite sole, tristi: avrei voluto poterle prendere tutte con me e ridare a ognuna di loro la propria storia, la propria ombra, la propria radice. Non posso farlo: allora ho scattato una foto.

Il cane al guinzaglio è da dilettanti: il pappagallo sulla spalla invece....

Ieri sera qualcuno mi ha fatto riflettere sulla mia superficialità: temo di avere ancora un lungo lavoro davanti a me. Questa ragazza era obiettivamente bella, ma a me non piaceva: troppo.


Crazy



Sandaletti che stanno facendo impazzire la Svezia (e anche Milano ha già colto il trend): io ve l'ho detto!


"The more is high the more is nice" serie



Non ha detto una parola. Mi sono seduta a fianco, mi ha guardato ripetutamente e non ha detto una parola. Fumava e socchiudeva gli occhi, come per mettere a fuoco ogni passante. Forse erano le scarpe (che mi ricordano una persona a cui voglio molto bene), forse il braccio stretto sul ventre o, forse, la schiena gobba.
Per me questa donna aveva un gran fascino.
O forse i capelli bianchi

Mauer Park

Decisamente non femminile, non bella e non sexy: eppure camminando svelava  un piccolo segreto

Backs (destra)

Backs (sinistra)

 
I Papà del 2011


Cardigan blu: lui e lei

Bicicletta serie: sartorialist

Di nuovo in fila perfetta: da notare che non c'è un piede fuori dalla linea

Persiane perforanti

Lui sapeva che sarebbe arrivata la pioggia. Lo sapeva con 12 ore di anticipo


Patchwork verticale

Lunch



Oscar, Dodo (e il piccolo Noa nella pancia), Camillo e July
Sul tram, M1: tornando 

Questa giornata, intensa come al solito, mi ha insegnato molto sull'universo berlinese e sul rispetto.
Nella tarda mattinata mi sono recata al mercatino "delle pulci" in Mauer Park, Prenzlaur Berg. Già a un km di distanza si notava un via-vai di persone dai look stravaganti (troppe).
Il posto è carino, niente di nuovo per chi come me è cresciuto a suon di mercatini in tutta l'Europa. Purtroppo dire che è affollatto è un eufemismo. Non è pensabile nemmeno camminare tra le bancarelle. Il senso del rigore tedesco però qui torna molto utile, in quanto le persone si sistemano in due colonne (una per ogni "senso di marcia") e si visita tutto il mercato stando in fila. Si, lo so: non è semplice nemmeno da immaginare per un italiano. Eppure vi assicuro che funziona!
Un pò per il numero di persone, un pò per il gusto (diverso e discutibile) tedesco per l'abbigliamento e gli oggetti in genere, non ho trovato nulla e non credo che sia semplice che ci sia qualche reale occasione.
Le personalità che popolano le viuzze delle bancarelle però meritano, mischiando al proprio interno un pò di Camden Town, un pò di gusto scandinavo e in generale quel melting pot culturale ed etnico che è oggi Berlino.
Nel pomeriggio ho incontrato Camillo, un ragazzo italiano che vive a Berlino da 9 anni, con la sua compagna Dodo. Insieme a loro ci hanno raggiunti July (che viene da Londra) e Oscar (Torino): anche loro sono da molti anni a Berlino. Tutta la seconda metà della giornata si è svolta sempre a Mauer Park, ma non più nel mercatino, bensì al gratuito e (ormai non più tanto) improvvisato Karaoke.
Proprio durante questa incredibile iniziativa popolare ho imparato la prima lezione di oggi fornitami dalla città: se canti davanti a migliaia di sconosciuti e non sai cantare non c'è niente che non vada. E sapete perchè? perchè nessuno è lì per giudicare. Non lo fanno, non lo fa nessuno. Se stoni: si applaude, non si fischia. In Italia una cosa del genere non riuscirebbe nemmeno a prendere forma, lascio a voi riflettere sul perchè.
Concluso il Karaoke, siamo andati a mangiare un pizza (fatta da italiani in un forno a legna!buona). Quando, però, era giunto il momento di andare: pioggia.
Dopo aver aspettato e avendo constatato che non avrebbe smesso per molto, abbiamo deciso di andare comunque.
Qui ho avuto la seconda lezione berlinese della giornata.
Scarpe nuove e di pelle che si sarebbero distrutte con la pioggia: "io mi tolgo le scarpe..."
"Lo puoi fare: sei a Berlino!" (ben 4 persone me lo hanno ribadito)

Dunque mi avvicino all'uscita del ristorante, allungo la mano e sfilo entrambe le scarpe. Sentire l'acqua gelida scivolare tra le mie piante e le mattonelle lisce e squadrate del marciapiede, essere un tutt'uno con la città. La pioggia panica di D'Annunzio versione metropolitana. Il vestito rigato dalle gocce, prima, e completamente livido, dopo poco tempo. I capelli che scendono pesanti lungo il volto. Ripararsi sotto la prima tettoia, aspettando il tram (con Oscar che mi ha gentilmente accompagnato). Salire su un mezzo pubblico scalza e fradicia, scendere, entrare in albergo e fermarsi a fare conversazione in questo stato.
Tutto questo puoi farlo senza che nemmeno le persone notino che tu sia scalza in un giorno di pioggia in un città decisamente non di mare. E anche se lo notano, lo vedono ma non gli attribuiscono nessun valore.

Ecco, adesso so cosa vuol dire:
"Sei a Berlino"

Gute Nacht

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